Fondazione Pescarabruzzo – Gestioni Culturali Srl
GABRIELLA ALBERTINI. IMMAGINARIO DELL’ANIMA
L’intensa attività di Gabriella Albertini ha suscitato interesse e conquistato velocemente critici, intellettuali, letterati, esponenti del mondo della cultura.
Le sue chiese medioevali, dai toni scuri e densi, le architetture barocche più festose e policrome, l’accoglimento della figura umana nel vasto campo di approfondimento del reale, e gli affioramenti degli elementi vegetali e faunistici (dagli uccelli mitici alle farfalle) sono i pilastri che contraddistinguono l’originalissima costruzione di una personale dimensione artistica, coltivata in un percorso rigoroso e in gran parte uniforme nella ricerca stilistica.
La mostra “Gabriella Albertini. Immaginario dell’anima” vuole essere il racconto di questa dimensione unica e particolarmente originale: un itinerario pittorico plurimo e prolungato, che attraversa il visibile e l’invisibile, le sedimentazioni storiche e il tempo presente, l’espressione tangibile dell’arte e la misura umana dell’artista, perché le sue opere, impostate a tematiche oggettive, sono sempre interpretate attraverso la filigrana di uno sguardo sognante e tendente quasi al mistico, che rivela una profonda e avvincente espressività.
Tra acqueforti, acquetinte e dipinti, 168 opere sono state donate da Gabriella Albertini alla Fondazione Pescarabruzzo e si trovano ora esposte in mostra alla Maison des Arts (dal 30 aprile al 5 giugno 2022). Esse rappresentano il nucleo più consistente della produzione dell’artista. Una elaborazione avviata nel lontano 1961, quando ella fu indicata meritevole di un riconoscimento, seppur minore, alla XV edizione del Premio Nazionale Michetti. Manca l’importante “Le Martyre de Saint-Sébastien”, preparato come tesi nello stesso 1961, per conseguire il diploma in Scenografia presso l’Accademia di Belle Arti di Roma, che è stato donato, invece, al Mediamuseum di Pescara.
Un primo nucleo, tutto incentrato sulle acqueforti (1977-2008), indica la straordinaria maestria raggiunta nella tecnica calcografica, in un’avvincente evoluzione di lavori realizzati nel prestigioso Studio Calcografico Urbino di Luigi Giannotti, avente sede a Pescara, che vanno dal colore bitumato delle prime incisioni ai colori puri e densi delle opere successive. Incedono i dipinti (2004-2012), scaturiti dall’incontro illuminante e irreversibile con il blu di un’altra cattedrale, quella della chiesa di Auvers, di Vincent van Gogh, che fu l’elemento decisivo nell’evoluzione verso i colori inconfondibili del Bestiario. Infine, sempre nell’attenzione “procedurale”, l’apertura sperimentale che si dispiega nell’eclettismo dell’Ultimo e primo palpito, della seconda decade degli anni Duemila.
Oltre al linguaggio e alle forme stilistiche dell’artista, l’insieme delle opere esposte documenta il suo impegno costante a riproporre nel tempo contemporaneo frammenti di inimitabile bellezza della ricca tradizione artistica diffusa nel territorio di prossimità, fatta di tante e significative testimonianze purtroppo spesso celate dall’oblio o rese riduttive dall’eccessiva dispersione. L’esperimento della Albertini, invece, vuole contribuire a riscoprirli e a risistemarli in una argomentata narrazione, come tanti tasselli di un unico mosaico.
L’amicizia e la stima che Gabriella Albertini ha saputo raccogliere nell’ambito della sua lunga attività artistica di pittrice, ma anche di musicista e scrittrice, sono testimoniate in chiusura di catalogo da una ricca appendice di interventi critici che le sono stati dedicati. Solo per motivi di spazio, non ne riportiamo integralmente i contenuti, nella convinzione che l’interesse e l’ammirazione suscitata dalla mostra saranno di nuovo e come di consueto tanto profonde ed unanimi da spingere, chi lo desiderasse, ad approfondire in proprio, avvalendosi dello strumento di consultazione fornito.
Permettetemi un ringraziamento, in chiusura, proprio a Gabriella Albertini per la preferenza accordata alla nostra Fondazione come luogo privilegiato dove poter conservare i suoi lavori ed offrire al pubblico la possibilità di guardare alla realtà con sensibilità e cuore, con ingegno e tecnica, di questa originale esperienza artistica, in breve con l’“Immaginario dell’anima”.
Artista, scenografa, saggista di teatro, studiosa del romanico abruzzese, musicologa, insegnante, testimone della memoria storica e voce autorevole della vita culturale di Pescara e non solo, Gabriella Albertini è stata insignita nel 2016 del ‘Ciattè d’oro’, la massima onorificenza che il Comune di Pescara assegna ai concittadini che si siano distinti nei diversi ambiti della cultura e del vivere civile. Per la Fondazione Pescarabruzzo il suo lascito è un tassello nell’ambito del più ampio progetto di valorizzazione degli artisti locali, in prevalenza raccolti attorno all’iniziativa profondamente innovativa animata da Giuseppe Misticoni, che con la forza della contaminazione e della sperimentazione ha saputo stimolare la cultura pittorica “regionale” al confronto con le tendenze più in voga nel contesto internazionale.
Prof. Nicola Mattoscio
Presidente Fondazione Pescarabruzzo